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Il Monte Tezio

Il Monte Tezio (961 m.), fa parte di una serie di rilievi calcarei disposti lungo l’asse Nord Ovest – Sud Est che inizia dal Monte Acuto (926 m.) e prosegue con il Monte Civitelle (634 m.). L’allineamento rientra in quella serie di dorsali determinate da successioni di pieghe alternate a bacini intermontani, tipiche della storia geologica della regione umbra.

La zona del Tezio appartiene interamente al bacino idrografico del fiume Tevere che scorre alla base del versante orientale dove troviamo, infatti, una serie di torrenti con pendenza anche accentuata, che si gettano direttamente nel fiume. Sul lato occidentale le acque dei vari rilievi confluiscono nel torrente Caina, il quale, proseguendo, raccoglie poi le acque dei monti the contornano il lago Trasimeno ad Est – Nord Est, la Caina si immette quindi nel fiume Nestore, affluente di destra del Tevere, nei pressi di Pieve Caina.

II Monte Tezio è costituito geologicamente da rocce giurassiche e cretacee, prevalentemente calcaree, mentre intorno le rocce sono più recenti, essendo rappresentate principalmente da maane ed arenarie. Le rocce giura-cretacee si sono originate da fanghi marini formati dalla macerazione delle parti lure degli organismi che popolavano il mare di allora, chiamato dai geologi Tetide e deposti su fondali non molti profondi in epoca molto lontana da noi (da 180 a 70 milioni di anni fa). Le rocce giura­cretacee dell’Appennino umbro-marchigiano sono di natura essenzialmente calcarea con percentuali variabili di argilla e di selce. Le rocce triassiche, che affiorano in lembi limitati sul Monte Malbe, sono invece calcaree o gessose. I menzionati fanghi si sono sollevati per effetto del corrugamento montuoso appenninico e nel caso del Monte Tezio ha portato alla situazione attuale tramite un complesso sistema di faglie, che hanno fatto spostare i vari pacchi di strati uno sull’altro, rilevati e abbassati.

Recenti indagini sul territorio del monte Acuto e del monte Tezio hanno rilevato una interessante e cospicua serie di realtà insiediative, non facilmente databili, con rinvenimenti di resti di imponenti cinte murarie poste in senso circolare attorno alle cime dei rilievi che fanno pensare a fortificazioni o anche santuari, secondo consuetudini frequenti in molte località dell’Umbria pre­romana

Nell’area del Tezio si evidenziano situazioni vegetazionali diverse, tipica quella del bosco misto a prevalenza di querce (roverella, cerro, leccio, castagno, ecc.) ed arbusti che preludono una ripresa naturale del bosco, dopo l’abbandono recente da parte dell’uomo dei terreni coltivati. Nei boschi misti si possono raccogliere anche funghi di vari tipi, tartufi bianchi e neri ed asparagi.

I boschi e le macchie svolgono l’importante ruolo di ambienti di rifugio, nidificazione e sostentamento degli animali selvatici. Nella zona si trovano diverse specie di mammiferi (il cinghiale, la volpe, il tasso, la donnola, la faina, la lepre, l’istrice, lo scoiattolo, ecc.) per i quali è più facile riconoscerne la presenza dalle tracce, che riuscire ad osservarli direttamente. Sopra i pascoli della sommità del monte si possono ammirare i lunghi volteggi della poiana, del falco e di altri uccelli rapaci che scrutano il terreno alla ricerca di piccole prede.

Gli insediamenti principali (Pantano, Maestrello, Colle Umberto I°, Compresso, Canneto e Cenerente) si trovano alla base dei versanti e nelle zone di fondovalle the circondano il monte, dove ormai le attività umane industriali ed agricole hanno strappato il predominio dei boschi, lasciandone qua e la strisce di lembi. Sui colli e nei punti strategici, casolari, conventi e rocche (Antognolla, Procoio, Romitorio, Monte Nero e Santa Giuliana) hanno assistito silenziosi nel corso dei secoli a tutte le vicende e trasformazioni del paesaggio.

Gian Mario Tibidò